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Amministrazioni e negoziazione

Ricerca Ires sugli avanzi di amministrazione

 

La ricerca IRES sui bilanci di previsione e quelli consuntivi dei Comuni orobici
Il paradosso degli avanzi di amministrazione
Peracchi e Brumana: "Chi si lamenta (giustamente) del patto di stabilità tenga
anche conto di quanti soldi restano quasi bloccati nelle casse dei Comuni"

I Comuni non riescono a spendere tutte le somme previste in bilancio, cioè quelle già incamerate attraverso le tasse dei cittadini. Così, in un paradosso che risulta ancora più evidente in tempi di crisi economica e di minori trasferimenti dallo Stato centrale agli enti locali, vengono maturati cospicui avanzi di amministrazione. È quello che emerge da una ricerca promossa da SPI CGIL e FP CGIL e condotta dall'"IRES Lucia Morosini" di Torino che ha elaborato i bilanci di previsione per il 2011 e quelli consuntivi per il 2010 dei Comuni della provincia di Bergamo.

"Nel corso degli ultimi anni abbiamo sviluppato il confronto con le amministrazioni comunali sui temi della casa, dei tributi locali, dei servizi sociali e socio assistenziali, della domiciliarità e più in generale dei servizi alla persona. Tutto ciò in un contesto di costante riduzione delle risorse e dei trasferimenti economici agli enti locali. Le lamentele dei Comuni, condivise dal sindacato, si sono fatte sentire con forza" commentano Gianni Peracchi, segretario generale SPI CGIL Bergamo, e Gian Marco Brumana, segretario generale Funzione Pubblica CGIL Bergamo. "Alcune storture del patto di stabilità, poi, impediscono a molti Comuni di spendere soldi, che pure avrebbero a disposizione, e che potrebbero essere un volano per la ripresa. Come se non bastasse, a complicare la situazione c'è il paradosso degli avanzi di amministrazione, che emerge in maniera significativa anche nella nostra provincia, come dimostrano i risultati di questa ricerca dell'IRES di Torino. Si tratta di denaro non speso e che, fuori dal bilancio in cui si prevede di spenderlo, viene condizionato, quasi bloccato, da vincoli particolarmente stringenti".

L'avanzo di amministrazione viene definito dalla Corte dei Conti come "risparmio pubblico, ovvero eccedenza di risorse sottratte ai contribuenti e agli utenti, rispetto alle previsioni di spesa per i servizi da erogare" (Corte dei Conti, Sezione regionale di controllo della Lombardia, 61/PAR/2009). Nel caso sia superiore alle percentuali fisiologiche rapportate alle entrate correnti, "può rappresentare un sintomo di eccessivo prelievo fiscale, non coerente con le reali esigenze di spesa dell'ente locale" (Corte dei Conti, cit.). L'avanzo potrebbe essere anche un segnale di inefficienza dell'ente, segno di "un eccesso di pressione tributaria e tariffaria rispetto ai bisogni reali per finanziare i servizi comunali".

"Abbiamo verificato che anche i nostri Comuni, mediamente virtuosi ed attenti alle politiche sociali, hanno o hanno avuto lacune nella propria capacità e possibilità di spesa" continuano Peracchi e Brumana. "Infatti, i dati sugli avanzi di amministrazione risultano mediamente più alti di quelli regionali e nazionali. Grazie ad una migliore programmazione della spesa da parte degli enti locali bergamaschi, questi soldi avrebbero potuto tradursi in un maggiore potenziamento dei servizi, in particolare di quelli sociali, o in una minore pressione tributaria sui cittadini".

Per quanto riguarda le previsioni definitive per il 2010 (cioè i dati a consuntivo), i Comuni della provincia di Bergamo hanno dichiarato avanzi di amministrazione pari a ben 81.476.436 euro, una somma che a livello pro capite corrisponde a 75,1euro (51,4 euro per cittadino in Lombardia e circa 44 euro pro capite in Italia), con un'incidenza % sul totale delle entrate correnti del 10,6% (in Lombardia è del 5,7%).
Per il 2011 gli stanziamenti iniziali dei Comuni - che in genere tendono a stimare utili di amministrazione poco consistenti - prevedono un avanzo complessivo di circa 10,8 milioni di euro, una somma comunque consistente pari a 9,9 euro per ogni cittadino lombardo.
"Naturalmente, per poter svolgere considerazioni puntuali sulle implicazioni gestionali collegate all'avanzo di amministrazione, occorrerebbe conoscere quanta parte dello stesso è riferibile alla gestione in conto residui e quanta quella riferibile alla gestione in conto competenza - si legge nella ricerca. Ci si riferisce in questo caso al ruolo giocato dal Patto di stabilità interno nella determinazione dell'avanzo, un ruolo diventato sempre più importante negli ultimi anni, che ha finito per far crescere in modo esponenziale i residui passivi nei bilanci comunali. Tuttavia, quello dell'avanzo di amministrazione è un problema che chiama in causa soprattutto le capacità programmatorie e gestionali delle singole amministrazioni locali".

"Le risultanze che emergono dall'analisi dei bilanci, ed in particolare degli avanzi di amministrazione dei Comuni bergamaschi, riteniamo impongano una riflessione agli amministratori bergamaschi: benché in presenza di una situazione di grande difficoltà per gli enti locali caratterizzata da continui mutamenti normativi, è necessario attivare tutte le risorse a disposizione per garantire la continuità dei servizi e cercare di rendere meno oneroso possibile il prelievo tributario sui cittadini" concludono i due sindacalisti.

In allegato, il testo integrale della ricerca dell'IRES

Ufficio Comunicazione CGIL Bergamo

Bergamo, 7 aprile 2012