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Sanità

Sanità privatizzata: le scelte della Regione Lombardia


red Le ultime vicende legate alla pandemia hanno reso chiara a tutti la drammatica situazione in cui si trova la sanità lombarda, e, se consideriamo che la garanzia delle cure e un servizio sanitario di qualità per tutti sono un imprescindibile indicatore della civiltà di una società, appare evidente il grave problema che ci troviamo ad affrontare.

red Abbiamo visto la risposta all'emergenza, le difficoltà che il malato incontra nell'avere un contatto con il medico di base, nell'eseguire in tempi utili gli esami necessari per una diagnosi e una cura, difficoltà che non sono risolte dall'avere reparti di eccellenza in un grande ospedale, ma che lo portano a pagare profumatamente oppure a finire in liste d'attesa infinite e vergognose.

red Come siamo finiti qui?

red Abbiamo cercato una risposta con la dottoressa Maria Elisa Sartor dell'Università degli Studi di Milano, che ha da poco pubblicato il libro "La privatizzazione della Sanità lombarda dal 1995 al Covid-19. Un'analisi critica". L'occasione è stata un convegno tenuto l'11 marzo all'auditorium di Nembro a cui ha partecipato anche il sindaco Claudio Cancelli, testimone della fase iniziale della pandemia e dei rapporti tra enti locali e sanità.

red Ascoltando la dottoressa Sartor, nell'illustrare il suo percorso di ricerca tra delibere sparite, programmazioni mai fatte e omissioni, si arriva velocemente a capire quali sono stati gli interventi che hanno ampiamente sbilanciato la sanità regionale in favore dei soggetti privati, un processo che sta avanzando ancora più velocemente che nel passato, a seguito dell'accelerazione causata dalla pandemia.

red Quanti di noi utilizzano per scelta la sanità privata? Non è quasi mai una scelta di qualità, ma di prossimità, di tempi, di porta d'accesso alle cure.

red E come mai succede questo?

red Nel 1997, la Lombardia dà una sterzata decisa verso un modello pensato per facilitare il più possibile l'entrata dei privati nel servizio sanitario. Il governo di Formigoni sceglie di separare fra loro funzioni che prima erano integrate, in modo che l'erogazione possa essere contesa dal privato e affidata sempre più ad esso. La Regione, a partire da quel momento, programma ma soprattutto fa da committente e quindi compra servizi dai soggetti erogatori, sia dalle strutture pubbliche (che diventano nella pratica "aziende", gestite via via in modo sempre più manageriale), sia dai soggetti privati: la porta è stata spalancata. La tendenza è evidente già con il primo intervento di Formigoni, che separa il servizio di erogazione dal resto della sanità e riduce le Asl a un terzo delle precedenti.

red Inoltre, il riordino periodico dei settori, in assenza di controlli adeguati, produce il dimezzamento dei posti letto nella sanità pubblica e il loro aumento nel privato; diminuiscono di conseguenza i dipendenti pubblici, addirittura del 12% contro il 7% nazionale.

red Inizia così anche il processo di indebolimento della prevenzione attraverso la diminuzione di tecnici e medici e il depotenziamento dei Dipartimenti di prevenzione delle Ats, una scelta che si è sentita durante la pandemia. Tutti i grandi gruppi avanzano, riempiendo spazi lasciati vuoti dal pubblico a causa del ferreo progetto di privatizzazione della giunta lombarda, che persevera togliendo l'ossigeno alla sanità pubblica: diminuisce finanziamenti e investimenti, riduce il personale e trasforma gli ospedali in aziende con controlli su tempi di ricovero, spese, tempi delle visite e accesso agli esami.

red Bisogna precisare che noi non siamo pregiudizialmente contro il privato, che può e dovrebbe essere una ricchezza per il territorio, purché sia accreditato e controllato anche nelle scelte di indirizzo.

red Cosa possiamo fare tutti noi in questa situazione? Aprire e far aprire gli occhi, perché chi ci ha condotto qui è stato eletto dai cittadini e questo è il principio che ci porta a rispondere delle nostre scelte, che ci dice che il consenso va costruito, che la partecipazione e l'informazione fanno la forza di una democrazia.

Augusta Passera
Dal periodico "Spi-Insieme"
Bergamo, maggio-giugno 2022