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Sanità

Risorse per la disabilità: non autosufficienza e legge di bilancio


red Non autosufficienza: una realtà con i suoi problemi che è da sempre tra le priorità dello Spi.

foto-disabilitared Non è però una condizione solo dei pensionati, degli anziani, come ritiene chi non l'ha mai affrontata, chi non ne è mai stato "toccato": non autosufficiente è un bambino disabile, un giovane che ha subito un incidente, un anziano che è malato di Alzheimer, un paziente che per un periodo non è in grado di svolgere le attività quotidiane da solo... e fianco di ciascuno di loro c'è una famiglia, una famiglia che viene travolta dal problema e che si trova sola a cercare una soluzione. Una famiglia che deve affrontare spese spesso insostenibili se non a prezzo di grandi sacrifici, una famiglia che finisce emotivamente e affettivamente in un tunnel che va dai sensi di colpa alla depressione, all'esaurimento fisico di un famigliare che si dedica in toto al congiunto non autosufficiente.

red Il tema della non autosufficienza investe, quindi, una parte importante della popolazione, destinata a crescere. Solo nella Bergamasca nel 2021 ben 29.565 persone hanno ricevuto l'indennità di accompagnamento: 63 famiglie ogni mille; mentre nel 2015 erano 27.553: 59 famiglie su mille.

red Anche nel 2021 abbiamo fatto la nostra battaglia per ottenere una legge che tuteli le persone meno fortunate di noi, una legge che garantisca loro il diritto ad una vita il più serena possibile con le cure, gli ausili, la vita sociale necessari. Abbiamo organizzato una raccolta firme, abbiamo manifestato, abbiamo portato le nostre istanze a livello regionale e nazionale.

red La legge di Bilancio 2022 ha recepito solo in parte le richieste che erano state avanzate dal "Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza", promosso dallo Spi insieme alle altre organizzazioni sindacali e a numerose forze sociali e associazioni.
La proposta del Patto è centrata sull'obiettivo di costruire servizi domiciliari integrati tra loro (superando l'attuale separazione tra il Sad comunale e l'Adi sociosanitaria) e fortemente collegati con le politiche nazionali dei ministeri della Salute e del Welfare. La finalità è sempre quella di mantenere per le persone non autosufficienti la continuità della vita nel contesto sociale di appartenenza, favorendo la domiciliarità e contrastando l'isolamento.

red Molti di questi obiettivi sono presenti nella legge, e questo è il bicchiere "mezzo pieno". Si parla infatti, come ci confermano fonti autorevoli, di "soluzioni abitative (...) mediante ricorso a nuove forme di coabitazione solidale delle persone anziane, rafforzamento delle reti di prossimità intergenerazionale e tra persone anziane, adattamenti dell'abitazione alle esigenze della persona con soluzioni domotiche e tecnologiche che favoriscono la continuità delle relazioni personali e sociali a domicilio, compresi i servizi di telesoccorso e teleassistenza"; si parla di "servizi sociali di sollievo per le persone anziane non autosufficienti e le loro famiglie, quali: il pronto intervento per le emergenze temporanee, diurne e notturne, gestito da personale qualificato; un servizio di sostituzione temporanea degli assistenti familiari in occasione di ferie, malattia e maternità". La legge tocca poi numerosi altri punti di cui si discute da anni: un sistema serio e qualificato per il reclutamento degli assistenti familiari (badanti) e la loro formazione professionale, oltre che il rispetto dei contratti di lavoro del settore; la creazione di punti unici di accesso ai servizi sociali attraverso le Case della comunità, dove dovranno trovare sede anche le Unità di valutazione multidimensionale della capacità bio-psico-sociale dell'individuo, al fine di formulare un Progetto di assistenza individuale integrata (il famoso Pai) "riducendo il rischio di isolamento sociale e il ricorso ad ospedalizzazioni non strettamente necessarie". Per la realizzazione di tutti questi obiettivi la legge prevede l'istituzione dei Leps (Livelli essenziali delle prestazioni sociali, l'equivalente dei Lea sanitari) e l'affidamento della responsabilità operativa agli Ambiti territoriali, quindi non al singolo Comune ma ai Comuni associati.

red Un bicchiere mezzo pieno assai ricco, quindi. Purtroppo c'è anche il "mezzo vuoto". Come sempre accade quando il Parlamento discute della legge di Bilancio, c'è un assalto alla diligenza sulle priorità nell'utilizzo delle risorse disponibili e questa volta i fondi per la non autosufficienza si sono visti passare davanti le maggiori spese dovute alla pandemia Covid (compreso il finanziamento dei congedi per la quarantena dei lavoratori). Così le risorse sono state distribuite su tre anni: 100 milioni per 2022, 200 per il 2023, 250 per il 2024 e, infine, 300 milioni a partire dal 2025.

red I fondi previsti per quest'anno sono certamente insufficienti a garantire il raggiungimento di tutti gli obiettivi previsti. Si tratta ora di riuscire, a partire dai territori attraverso la contrattazione sociale, a pesare nelle decisioni sulla scala delle priorità.
Per questo Cgil e Spi continueranno a monitorare la situazione e a lottare perché si arrivi ad una legge che sia davvero garanzia di una vita più serena per chi è meno fortunato di noi.

Augusta Passera
Dal periodico "Spi-Insieme"
Bergamo, gennaio-febbraio 2022