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Sanità

Lo stato di salute in Bergamasca - considerazioni sulla nota annuale Ats


red Ogni anno, tra giugno e luglio, con l'approvazione del bilancio, l'Ats pubblica una nota sullo stato di salute della popolazione nell'anno appena trascorso. Sebbene, col passare degli anni, questa nota sia andata assottigliandosi e impoverendosi di informazioni, è però sempre un documento che vale la pena di conoscere, e ancor di più nel caso dell'anno 2020, segnato dalla pandemia Covid-19.

red A partire dagli ultimi giorni di febbraio, come si ricorderà, in tutti gli ospedali pubblici e privati, sono stati sospesi ricoveri e attività ambulatoriali, tranne quelli non procrastinabili, per far posto agli interventi anti Covid. In totale i casi di contagio sono stati 28.169 e ben 13.610 i casi di mortalità, con un picco di 342 decessi nel solo giorno del 19 marzo. Un triste periodo che tutti abbiamo bene nella memoria.

red Ed è bene non dimenticare perché, dopo alcuni mesi di calma, a settembre e ottobre è arrivato un nuovo picco di contagi, seppur con più basso tasso di mortalità, e un secondo lockdown. Si è un po' abusato dell'espressione "non abbassare la guardia", ma è proprio così, anche adesso: il pericolo può sempre tornare, almeno finché la percentuale di persone protette dal vaccino non garantisca una copertura estesa.

red Ma non sono solo i casi di contagio e di decesso che vanno calcolati: dal punto di vista della salute bisogna tener conto del fatto che durante i periodi di lockdown sono state cancellate decine di migliaia di visite ambulatoriali e di ricoveri per altre patologie e le conseguenze si sentono tuttora, con forti disagi per i pazienti e liste d'attesa diventate ormai ingestibili.

red Le conseguenze si vedono anche su altre attività, ad esempio la prevenzione: l'utilizzo prioritario del personale del Dipartimento di prevenzione nelle attività anti-Covid ha comportato il crollo dei controlli in settori importantissimi, come la sicurezza alimentare, l'igiene nelle comunità, la sicurezza sul lavoro. La nota allegata al bilancio, quest'anno, non riporta i dati, ma da altri documenti si vede come i controlli siano calati dai 18.166 del 2019 agli 8.294 del 2020 (di cui la metà "presso la sede del controllore", cioè senza recarsi sul posto...).

red I dati statistici evidenziano che il tasso di mortalità è pari a 9,13 ogni 1.000 abitanti, meglio di quello regionale (9,90) e di quello nazionale (10,51). A questo proposito non dimentichiamo che la nostra provincia ha un alto tasso di immigrazione, fatto che contribuisce ad abbassare il tasso di mortalità perché gli immigrati sono soprattutto giovani.

red La mortalità per tumore (prima causa di morte per i maschi: 37,42%; e seconda per le femmine: 28,40%) è invece "significativamente superiore al dato medio regionale", anche se tendenzialmente in progressivo calo, soprattutto per le femmine.
Nei maschi prevalgono i tumori di bronchi e polmoni (23,31% sul totale delle morti tumorali), i tumori del fegato (9,7%), del colon-retto (9,15%), dello stomaco (7,71%), del pancreas (6,84%), della prostata (5,64%).
Tra le femmine prevalgono i tumori della mammella (15,90%), di bronchi e polmoni (12,90%), del pancreas (9,23%), del colon-retto (8,68%), dello stomaco (6,50%), del fegato (6,14%).
È evidente come abbiano un peso rilevante gli stili di vita (alimentazione: tumori dell'apparato digerente) e i fattori ambientali e lavorativi (tumori dell'apparato respiratorio).

tab-salutered Per quanto riguarda le malattie croniche, i pazienti bergamaschi sono in totale 351.170 ma solo 11.672 quelli particolarmente gravi (Livello I, con bisogni prevalenti di tipo ospedaliero residenziale, assistenziale a domicilio).
La patologia cronica più diffusa è l'ipertensione arteriosa, seguono il diabete mellito di tipo 2, le ipercolesterolimie, la cardiopatia ischemica e poi via via gli altri tipi di malattie croniche.

red La nota dell'Ats non dice nulla, però, sulla cosa più importante: il modello lombardo di presa in carico dei pazienti cronici (assai diverso da quello del Piano nazionale adottato in tutte le Regioni) si proponeva di ridurre sensibilmente il ricorso al ricovero ospedaliero di questi pazienti: com'è andata? C'è un bilancio attendibile che consenta di valutare l'efficacia del modello adottato? Purtroppo sono domande senza risposta.

Orazio Amboni
Dal periodico "Spi-Insieme"
Bergamo, settembre-ottobre 2021