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Sanità

Vaccini antinfluenzali, da Regione Lombardia un esempio di cattiva gestione


A fatica si è riusciti ad individuare locali idonei per effettuare le vaccinazioni in sicurezza ma il paradosso è che scarseggiano le dosi gratuite messe a disposizione dal servizio sanitario

red Hanno fatto discutere, e continuano a farlo, le decisioni e le iniziative di Regione Lombardia in materia di lotta alla diffusione del Covid-19. Sul tema del vaccino antinfluenzale intervengono oggi la CGIL e lo SPI di Bergamo.

red "L'ultimo capitolo, in ordine di tempo, della strategia regionale in tema di sanità in tempi di pandemia riguarda l'acquisto di vaccini antiinfluenzali ad un prezzo fuori mercato, circa cinque volte di più rispetto alla base d'asta, ed in quantità insufficiente al fabbisogno. Secondo Federfarma il costo di un vaccino varia tra gli otto e i sedici euro. Partire con una base d'asta di 4.6 euro, come ha fatto Regione Lombardia, per arrivare ad acquistarne 500.000 dosi a 26 euro circa, dopo 9 sedute andate a vuoto, totalmente o parzialmente, è quantomeno preoccupante" ha commentato oggi Gianni Peracchi, segretario generale della CGIL di Bergamo. "Il risultato, in ogni caso, è che oggi la Regione dispone di circa 2.700.000 dosi vaccinali insufficienti per gli oltre tre milioni e mezzo di soggetti che ne avrebbero bisogno. Per non parlare del fatto che queste ultime dosi di vaccino costano alla collettività circa 10.500.000 euro (si tratta del costo del solo vaccino senza contare gli oneri per la sua somministrazione). Un ennesimo episodio di cattiva gestione, per usare un eufemismo (sempre che non ci sia di peggio)".

red Mentre andavano vuote le gare regionali per l'aggiudicazione della fornitura, gare con prezzi troppo ribassati, "gli operatori privati hanno potuto approvvigionarsi per tempo, a prezzi convenienti per loro" prosegue Peracchi. "Alcuni di loro oggi propongono il vaccino a 50 euro e chi non può o non vuole attendere la vaccinazione gratuita dal parte del servizio sanitario pubblico comincia a prenotarsi, ci sarebbero già liste d'attesa. Un comportamento certamente speculativo da parte di questi operatori, assai discutibile sul piano etico, e che fa da contraltare a quello pasticciato e inefficiente della Regione".

red "Riceviamo chiamate di nostri iscritti pensionati che non sanno se e dove sarà loro somministrato il vaccino" ha aggiunto Augusta Passera, segretaria generale dello SPI-CGIL provinciale. "Tutta l'operazione gestita da Regione Lombardia rischia di danneggiare l'efficacia della campagna vaccinale che quest'anno, per contrastare il ritorno del COVID, si proponeva di raggiungere adesioni più elevate. A fatica si è riusciti ad individuare, in tutta la provincia, locali idonei per effettuare le vaccinazioni in sicurezza ma il paradosso è che scarseggiano i vaccini gratuiti messi a disposizione dal servizio sanitario e ci ritroviamo a poter coprire solo una parte del fabbisogno necessario alla popolazione lombarda e bergamasca, in particolare a quella più debole come gli anziani che rappresentiamo".

Ufficio Comunicazione Cgil
Bergamo, 9 ottobre 2020