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Ricerche, incontri e convegni

Lo Spi a Portella della Ginestra (da Spi Insieme)

Una pagina dolorosa della nostra storia

 

Portella della Ginestra è una località montana situata a circa tre chilometri dalla Piana degli Albanesi (Palermo). Prende il nome dai fiori che vi sbocciano in abbondanza a primavera, ed è nota per essere stata teatro, il 1° maggio 1947, della prima strage dell'Italia repubblicana.

"I padroni dei latifondi lasciavano le terre abbandonate: vi pascolavano le pecore e la gente moriva di fame. Volevamo vivere, ma tutti erano contro di noi, non solo la mafia, anche le forze dell'ordine, i politici, e (cosa che ancora non riesco ad accettare) la Chiesa, perché noi eravamo comunisti! I mandanti non si sono mai saputi; il giorno dopo, Scelba ci disse che era stato il bandito Giuliano." Così Serafino - uno dei testimoni superstiti - ci ha raccontato il 9 maggio scorso, quando con lo Spi Cgil siamo andati a deporre una corona nel luogo della strage.

Il 1° maggio 1947 si tornava a celebrare la festa dei lavoratori: in duemila, per lo più contadini, si riunirono a Portella della Ginestra per manifestare contro il latifondismo, a favore dell'occupazione delle terre incolte. Era una festa: cantando e ridendo i contadini percorsero chilometri per ritrovarsi. Sulla gente partirono dalle colline circostanti numerose raffiche di mitra, che lasciarono sul terreno, secondo le fonti ufficiali, 11 morti (9 adulti e 2 bambini) e 27 feriti, di cui alcuni morirono poi per le ferite riportate. La Cgil proclamò lo sciopero generale, accusando i latifondisti siciliani di voler "soffocare nel sangue le organizzazioni dei lavoratori".

Un episodio della guerra coraggiosa degli umili, del coraggio inconsapevole dei poveri.

(di Augusta Passera - da Spi Insieme luglio-agosto 2013)