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RSA (Case di riposo)

Dalla Rsa all'ospedale, si paga due volte? (da Spi Insieme)

 

Si aprono prospettive nuove per gli ospiti delle case di riposo (Rsa)? Sì; negative purtroppo!

La Regione Lombardia già l'anno scorso ha deciso che per i giorni di assenza degli ospiti dalla Rsa non verserà più la sua quota di retta, che varia circa da 30 a 52 euro al giorno, sulla base delle condizioni delle persone ospiti. Questa decisione ha purtroppo conseguenze non gradevoli per persone già deboli, soprattutto in riferimento ai ricoveri ospedalieri che spesso si rendono necessari.

Già alcune Rsa intendono caricare sulle spalle degli ospiti le mancate entrate da parte della Regione. In pratica, se io - ospite in una Rsa - dovessi essere ricoverato per quindici giorni in un ospedale, oltre a continuare a pagare la normale retta, dovrei pagare anche gli eventuali 30/52 euro al giorno non versati dalla Regione. Quindi io - già sicuramente in una situazione difficile - entrerei a far parte di una nuova categoria (l'unica) che deve pagare, e in modo salato, per ogni eventuale ricovero ospedaliero. Per fortuna, fino ad ora, la stragrande maggioranza delle Rsa non ha dichiarato intenzioni di questo tipo.

Tra parentesi, la questione non riguarda solo le assenze per ricovero ospedaliero, ma anche altri casi, ad esempio pochi giorni di ritorno in famiglia.

Ribadisco che fino ad ora i casi segnalatici sono pochissimi, ma, stante questa assurda decisione della Regione, abbiamo nuove e un po' inquietanti preoccupazioni, che vedremo di affrontare in alcuni prossimi incontri.

In alcune Rsa infatti, con un comportamento difforme rispetto al recente passato, si ritarda il più possibile l'eventuale necessario ricovero in ospedale, con evidenti conseguenze negative per la salute degli interessati. Sorge il legittimo dubbio/sospetto che ciò sia appunto una conseguenza di questi "innovativi" tagli da parte della Regione.

Due considerazioni si impongono.

1) La Regione realizza una punizione grave nei confronti della parte più debole della popolazione; e dire che i suoi amministratori proclamano di essere a difesa della vita! 2) Le case di riposo, se disgraziatamente la Regione non cambiasse idea, dovranno organizzarsi in modo da non far pesare su ogni singola retta tutti gli elementi di variabilità ogni qualvolta si realizzano. Se così non fosse, ammetterebbero implicitamente una grave incapacità a gestire una qualsivoglia "impresa".


(di Marcello Gibellini - da Spi Insieme luglio-agosto 2013)