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Attività politica

Questione demografica e lavoro - Urge arginare gli effetti dell'invecchiamento della popolazione


lavoro-e-famigliared Come far fronte alle pesanti ripercussioni che il progressivo invecchiamento della popolazione causano al tessuto economico e sociale del nostro Paese? Di seguito la riflessione del segretario generale della Camera del lavoro di Bergamo.

red La questione demografica, ovvero il progressivo calo e invecchiamento della popolazione, da circa un anno si è guadagnata una crescente attenzione negli articoli di giornale e nei dibattiti televisivi. In effetti rappresenta un problema con il quale dovremmo da subito confrontarci, visto che peraltro ne va della tenuta del nostro sistema di welfare.
L'Italia è pienamente dentro questa dinamica. Da una popolazione di circa 59 milioni persone nel 2022, passeremo a essere circa 56,5 milioni nel 2040 e 46 nel 2080. A ciò corrisponderà un invecchiamento della popolazione. Stando ai dati Istat, oggi il 63,5% degli italiani ha tra i 15 e i 64 anni, mentre il 23,8% dai 65 in su. Nel 2050 gli over 65 potrebbero essere il 34,5% e nei prossimi anni la popolazione 15-64 scenderebbe al 54,3%.
Nella nostra provincia il rapporto tra chi lavora (circa 491.000 persone) e chi è "a carico"
- prendendo a riferimento la fascia under 15 e over 65 - è di 100 a 80. Secondo le proiezioni, a tasso di occupazione invariato, nel 2042 la proporzione sarà 100 a 114 e aumenterà la spesa pensionistica.
Sono evidenti le ricadute sul mercato del lavoro e il sistema di welfare.
Cosa fare allora?

red Per prima cosa si deve lavorare sull'alzare il livello dell'occupazione, a partire da quella femminile. Questo è un tasto molto dolente anche per la nostra provincia. Se già in Italia c'è un divario occupazione di genere di circa 18 punti percentuali, questo diventa di 20 punti a Bergamo e 23,5 nella fascia 25-34 anni. Un maggior coinvolgimento nel mercato del lavoro delle donne - che troppo spesso si dimettono per le difficoltà di conciliazione tra cura dei figli e lavoro - avrebbe peraltro ricadute positive sull'intero contesto economico, con un aumento di occupazione anche degli uomini, una crescita del tasso di natalità e inoltre una riduzione delle famiglie sotto la soglia di povertà.
Insomma, si vuole fare una politica per la natalità e la famiglia? Basta bonus inutili e a soli fini propagandistici. Si investa su quei servizi di cura, a partire da quelli dell'infanzia, che creano le condizioni per sostenere l'occupazione femminile e aiutare le famiglie.

red Secondo punto: il solo incremento della natalità non basterà a invertire il trend demografico che ho descritto. Basta alla retorica della natalità come soluzione al problema. L'unica strada percorribile per rispondere, almeno in parte, è una politica migratoria e dell'accoglienza radicalmente diversa, superando la legge Bossi-Fini. Gli ultimi dati sull'occupazione nella nostra provincia mostrano come nel corso del 2024 le assunzioni di lavoratori stranieri siano cresciute del 3,7%. L'apporto delle persone migranti alla nostra economia e al nostro mercato del lavoro è fondamentale oggi e sarà sempre più essenziale in futuro.

red Inoltre, basta con condoni e concordati; si inizi una vera lotta all'evasione fiscale e contributiva. Si tratta di un macinio che pesa circa 100 miliardi l'anno e che impoverisce scuola, sanità e più in generale tutto il nostro welfare.

red Infine, il ruolo della tecnologia, che può essere determinante nell'aumento della produttività. Quella che conosciamo come la "tassazione dei robot" esprime la risposta a un bisogno che sarà molto concreto. Da un lato strumenti legati all'intelligenza artificiale, in un'ottica di cooperazione uomo-macchina, potranno supplire alla contrazione di persone in età da lavoro a cui stiamo andando incontro. Dall'altro la redistribuzione sulla collettività dei maggiori profitti potrà essere fondamentale per sostenere il nostro welfare.

red Occupazione femminile, politica di integrazione, lotta all'evasione e ruolo della tecnologia, sono tra i temi su cui il Paese dovrebbe da subito lavorare per far fronte a degli scenari che, altrimenti, rischiano di essere dirompenti. Le strategie correttive ci sono, serve solo la volontà politica di iniziare a metterle in atto.

Marco Toscano, Segretario generale Cgil di Bergamo
Dal periodico "Spi-Insieme"
Bergamo, novembre-dicembre 2024